Una donna su una scrivania che scrive su un taccuino.

Cos'è il Digital Nomad Visa? Vivere da nomadi digitali

Il Digital Nomad Visa è un permesso che consente di lavorare come nomadi digitali in un Paese fino a 12 mesi. In questa guida ti spieghiamo come funziona e come lavorare in giro per il mondo.

9' di lettura

Negli ultimi anni, in particolare a seguito della pandemia, si parla tanto di nomadi digitali e di Digital Nomad Visa. I nomadi digitali, come suggerisce il nome, sono delle persone che, grazie alla possibilità di lavorare da remoto, riescono a spostarsi frequentemente, vivendo e lavorando praticamente ovunque a seconda delle proprie preferenze.

Questo è possibile grazie alla diffusione dello smart-working, che consente ai lavoratori di svolgere le proprie mansioni direttamente da casa, ovunque essa sia, senza doversi necessariamente recare in ufficio. 

Tuttavia, per quanto possa essere allettante vivere di nomadismo digitale, bisogna tenere a mente alcuni punti importanti per quanto riguarda il visto e i permessi di soggiorno, in particolare quando ci si sposta all’estero. 

In questa guida vedremo nel dettaglio cos’è il Digital Nomad Visa, come ottenerlo e come diventare nomadi digitali rispettando appieno le normative vigenti. 

Scopri N26 Business

Il conto business zero spese perfetto per gestire al meglio la tua attività da freelance.
Lista d'attesa (nuova tabella)
Mano che tiene una carta di debito aziendale N26.

Visti per nomadi digitali: cosa sono e come funzionano

I Digital Nomad Visa non sono altro che i visti per nomadi digitali, ovvero dei documenti che consentono a una persona di lavorare all’estero totalmente da remoto.

In questo modo, non è necessario per il lavoratore trovare un lavoro nel paese in cui si sta spostando, in quanto ha la possibilità di girare il mondo lavorando comodamente dal proprio computer. Questo fenomeno, come già anticipato, si è sviluppato grazie alla diffusione dello smart-working, che permette di lavorare per la propria azienda senza recarsi in ufficio.

Di conseguenza, se Marco lavora per un’azienda italiana ma vuole trasferirsi in un’isola o vuole semplicemente esplorare il mondo cambiando paese di tanto in tanto, può farlo ottenendo un Digital Nomad Visa.

Allo stesso modo, se un cittadino straniero lavora per un’azienda estera e vuole trasferirsi in Italia, può farlo richiedendo un visto per nomadi digitali italiano. Lo stesso vale per i lavoratori autonomi con Partita IVA che vogliono vivere di nomadismo digitale.

Tuttavia, va sottolineato che, oltre al Digital Nomad Visa, in alcuni casi bisogna anche richiedere un regolare permesso di soggiorno, in modo da poter vivere nel paese ospitante rispettando tutte le leggi in vigore. 

Visto per nomadi digitali e visto turistico: differenze

A differenza del visto turistico, il Digital Nomad Visa permette ai lavoratori di rimanere in un altro paese per più di 90 giorni, ampliando le possibilità di trasferirsi definitivamente e consentendo di ridurre le procedure burocratiche.

Inoltre, quando si entra in un paese con un visto turistico, non è possibile lavorare da un punto di vista legale, in quanto c’è il rischio di incorrere in multe salate o, in casi estremi, di farsi bandire dal paese in questione.

Per questo motivo, chi viaggia con l’obiettivo di rimanere in un paese per più di 90 giorni e desidera lavorare da remoto, può richiedere un visto per nomadi digitali, che permette di farsi ospitare per un periodo generalmente compreso dai 6 ai 12 mesi e oltre.

In questo modo è possibile valutare la permanenza definitiva in un paese e, anche senza percepire uno stipendio da un’azienda del posto, contribuire all’economia locale spendendo il proprio denaro e investendo in nuovi progetti. 

Diversi lavoratori, infatti, si trasferiscono temporaneamente in un nuovo paese per valutarne le potenzialità e, dopo un certo periodo di tempo, decidono di avviare la propria attività sul posto. 

Invia denaro con Wise

Effettua bonifici in valuta estera dall'app N26 in modo semplice, veloce e sicuro.

Definizione di nomade digitale e requisiti per ottenere il Digital Nomad Visa

Come già anticipato, i nomadi digitali sono quei lavoratori che, grazie all’uso della tecnologia e lo sviluppo della gig economy, riescono a svolgere le proprie mansioni da remoto, che si tratti di un lavoro dipendente o di un lavoro autonomo.

Nella maggior parte dei casi, molti decidono di lavorare come freelance in quanto si ha maggiore flessibilità e non si dipende da nessuno, anche se ci sono numerose spese da tenere in considerazione.

Inoltre, a prescindere da quanto guadagna un freelance, questo rende più facile il processo per ottenere un Digital Nomad Visa all’estero, in quanto non si devono chiedere permessi speciali al proprio datore di lavoro per lavorare completamente da remoto, soprattutto per coloro che svolgono lavori online come Copywriter, UX Designer e Social Media Manager.

Per questo, tra i requisiti richiesti per ottenere il Digital Nomad Visa ci sono:

  • Avere un lavoro che si può svolgere completamente da remoto
  • Aver compiuto almeno 18 anni
  • Avere un reddito minimo dimostrabile (l’importo varia in base al paese ospitante)

In più, sono generalmente necessari i seguenti documenti: 

  • Form per la richiesta del visto
  • Documenti d’identità
  • Passaporto valido
  • Foto per la creazione del visto
  • Documento che attesti il reddito
  • Documenti che dimostrano la presenza di un lavoro da remoto (contratti, clienti, P.IVA)
  • Documenti civili quali certificato di nascita

Chiaramente, possono essere richiesti documenti o requisiti specifici in base al paese in cui ci si vuole trasferire. Per lavorare come freelance in Italia da expat, per esempio, non bisogna avere la cittadinanza italiana, ma essere cittadini residenti fuori dall’UE.

Vantaggi e svantaggi dei nomadi digitali

I vantaggi del lavoro freelance in Italia o in un altro paese che consente di vivere di nomadismo digitale possono essere svariati. D’altronde, poter lavorare con la massima flessibilità semplicemente avendo un computer e una connessione internet è un qualcosa che fino a qualche anno fa non era nemmeno pensabile.

Tra i punti di forza di questo stile di vita ci sono sicuramente la possibilità di scoprire nuove lingue, culture e usanze diverse, anche molto lontane dalla propria cultura nativa. Inoltre, è possibile lavorare e gestire il tempo a disposizione a seconda delle proprie abitudini, riducendo lo stress e apprezzando al massimo il paese ospitante.

Non è infatti un caso che molti decidano di spostarsi in una meta da vacanza, come un’isola o delle località marittime in cui sarebbe complicato trasferirsi con un lavoro tradizionale.

Tuttavia, ci possono essere diversi punti a sfavore, soprattutto per chi non è abituato a spostarsi frequentemente e per chi cerca una certa stabilità. Tra i problemi principali del nomadismo digitale ci sono infatti la solitudine, le spese per i viaggi, le assicurazioni sanitarie del paese ospitante e la difficoltà nell’instaurare relazioni durature con altre persone.

Per esempio, un italiano abituato a pagare l’affitto in Italia potrebbe trovare molto cari gli affitti negli Stati Uniti o in un altro paese in cui l’economia immobiliare è totalmente diversa. 

Al contrario, uno straniero potrebbe avere difficoltà a cercare lavoro in Italia sia per problemi nel parlare la lingua locale sia per il fatto che il mercato del lavoro è decisamente meno forte rispetto a quello estero, soprattutto se si proviene da una grande metropoli come New York. 

Implicazioni fiscali per i nomadi digitali: l’importanza della residenza fiscale

I visti per i nomadi digitali nel 2022 sono aumentati molto rispetto agli anni passati, soprattutto in seguito alla pandemia.

Tuttavia, ottenere il Digital Nomad Visa e vivere di nomadismo digitale non significa che nel momento in cui mettiamo piede fuori dal nostro paese possiamo smettere di pagare le tasse in Italia. 

Infatti, anche se la tassazione sul reddito per persone fisiche è valida solitamente all’interno del territorio, è possibile che il proprio stato di provenienza applichi le regole di tassazione anche al di fuori dei confini.

Ciò è possibile in quanto esistono criteri di livello internazionale che prevedono la tassazione purché siano presenti criteri di collegamento con l’individuo, ovvero:

  • Criteri di natura personale, come la residenza fiscale, il domicilio e la sede legale dell’attività svolta
  • Criteri di natura reale, come l’applicazione della tassazione nello stato “fonte” del reddito 

Di conseguenza, se vuoi trasferirti all’estero per iniziare la tua vita da nomade digitale, è bene chiedere informazioni al tuo commercialista per chiarire le procedure da attuare dal punto di vista fiscale.

Cessare la fatturazione in Italia e smettere all’improvviso di pagare le tasse potrebbe risultare in accertamenti dall’Agenzia delle Entrate, che procederebbe all’erogazione di multe elevate. 

Pianificazione delle spese di un nomade digitale

La pianificazione delle spese per freelance e lavoratori dipendenti che vogliono vivere da nomadi digitali è di cruciale importanza per non essere costretti a tornare nel proprio paese di provenienza. La prima cosa da fare è capire quanto budget si ha a disposizione e quanto si può ancora risparmiare in vista del viaggio.

Se hai pochi risparmi da parte, prova a sbarazzarti di tutto ciò che non ti serve in casa, magari facendo decluttering, oppure cerca di risparmiare su cene fuori e attività extra non necessarie ai fini del tuo viaggio.

Se lavori per conto tuo, altrettanto importante è il personal branding, che ti aiuterà a costruire il tuo portfolio da freelance, ovvero una cerchia di clienti fidelizzati che ti consentiranno di guadagnare mentre sei in viaggio.  

Avere un’entrata attiva, d’altronde, è cruciale per non rimanere senza soldi mentre sei nel paese ospitante. La cosa cambia se hai già un lavoro dipendente e hai accumulato un buon TFR, elemento che ti servirà sicuramente per coprire le spese iniziali.

Di quanti soldi ho bisogno per diventare un nomade digitale?

Facendo un esempio concreto, poniamo il caso che tu voglia trasferirti a Bali, in Indonesia, e che il costo del biglietto di sola andata sia di 400 €. Ora, dobbiamo considerare il prezzo medio di un Hotel o un B&B, che può andare dai 5 € ai 30-40 € a notte.

Ipotizzando che trovi un B&B da 15 € a notte, ti serviranno almeno 450 € al mese solo per dormire. A questi si aggiungono almeno 200-300 € per pranzare e cenare, considerando una media di 5 € a pasto. 

Alla luce di questi calcoli, dovrai avere un’entrata attiva di almeno 750-800 € per mangiare e dormire, a cui aggiungere eventuali spese per attività extra. 

Ecco perché, oltre a capire quanto si riesce a guadagnare ogni mese lavorando da remoto, è utile creare un fondo di emergenza, magari usando il TFR del tuo vecchio lavoro da dipendente e i soldi accumulati facendo decluttering e riducendo le spese inutili. 

Secondo le esperienze di molti nomadi digitali, per iniziare un percorso del genere in un paese in cui il costo della vita non è troppo elevato, come in Indonesia o in Thailandia, è bene avere un fondo di emergenza di almeno 2.500-3.000 €, a cui aggiungere un’entrata attiva di almeno 600 € per coprire le spese quotidiane. 

Inoltre, è da considerare la spesa iniziale per il visto, che può andare dai 200 € a più di 2.000€ a seconda del paese ospitante.

Vivere da nomadi digitali con N26

Hai già scelto la tua prossima meta per vivere come nomade digitale ma non sai dove mantenere i tuoi fondi in totale sicurezza? I nostri conti N26 You o N26 Metal ti offrono prelievi ATM gratuiti in tutto il mondo, oltre a un pacchetto assicurativo completo che offre la massima copertura in viaggio. Dai un’occhiata ai nostri conti!

Di N26

Love your bank

Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per le condizioni contrattuali ed economiche fare riferimento ai fogli informativi. Limitazioni alla nuova clientela N26. La Succursale Italiana di N26 è stata recentemente oggetto di un provvedimento da parte della Banca d'Italia.

Articoli correlati

Ti potrebbero anche interessare...
immagine del lago Bled in Slovenia.

Come aprire un conto corrente in Slovenia

Scopri tutto quello che devi sapere per aprire un conto corrente in Slovenia.

foto panoramica di Stoccolma.

Come aprire un conto corrente in Svezia

Pensi di trasferirti in Svezia? Ecco tutto quello che devi sapere per aprire un conto corrente locale.

Castello di Vaduz, Vaduz, Liechtenstein - Foto di Henrique Ferreira Unsplash.

Come aprire un conto corrente in Liechtenstein

Pensi di trasferirti in Liechtenstein? Leggi la nostra guida pratica su come aprire un conto corrente.