Lavorare come freelance in Italia da expat: cosa devi sapere per iniziare

Ecco tutto quello che ti serve per svolgere la tua attività freelance in Italia.
9' di lettura
Essere freelance nel mondo digitale ti consente di mettere in valigia il computer, scegliere una meta e lavorare dal luogo che preferisci, magari concedendoti una meritata workation per coniugare lavoro e tempo libero. Non bisogna dimenticare, però, che ogni paese prevede specifiche regolamentazioni per i nomadi digitali, soprattutto quando si ha intenzione di trascorrere più di qualche settimana nella località scelta.In Italia il lavoro freelance sta diventando una realtà sempre più diffusa: secondo le statistiche, il 13,8% della popolazione svolge un’attività da libero professionista e più del 30% di questi ha meno di quarant’anni. Inoltre, sempre più città italiane stanno diventando vere e proprie smart cities, proponendo infrastrutture e servizi a misura di freelance e nomadi digitali. Ma cosa vuol dire, nella pratica, lavorare come freelance in Italia? Se hai in progetto di trasferire qui la tua attività da freelance, che sia per un breve o per un lungo periodo, abbiamo preparato una piccola introduzione sulle cose da tenere in considerazione in vista del tuo arrivo nello Stivale.

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Aprire la partita IVA all’estero e lavorare in Italia: cosa devi fare se sei freelance UE

Se sei un cittadino UE, hai intenzione di risiedere in Italia per pochi mesi e sei già registrato come freelance in un paese dell’Unione Europea, non dovrai necessariamente aprire una partita IVA in Italia. All’interno dell’Unione Europea, infatti, non esiste alcuna norma che vieti di lavorare in un paese membro, quindi anche in Italia, con partita IVA estera. Anche per chi svolge la propria attività freelance in Italia, in linea generale vige la cosiddetta regola dei “183 giorni”:
  • chi svolge un’attività all’estero per meno di 183 giorni l’anno rimane soggetto alle leggi fiscali del proprio paese di residenza fiscale 
  • chi svolge un’attività all’estero per più di 183 giorni l’anno (non necessariamente continuativi) può scegliere di mantenere all’estero la tassazione. 
Questo significa che, se hai intenzione di trascorrere in Italia non più di sei mesi, non sarai costretto a trasferire la tua residenza fiscale in Italia. Se invece deciderai di rimanere più a lungo, potrai decidere se:
  • trasferire la tua residenza fiscale in Italia
  • pagare le tasse sia in Italia che nel paese in cui hai aperto la partita IVA. 
La regola dei “183 giorni” e la doppia tassazione  dipendono dal tipo di attività che svolgi e dalle convenzioni vigenti tra i paesi, soprattutto nel caso di paesi extra UE. Per questo motivo, ti consigliamo di informarti prima del tuo arrivo su quale tipo di tassazione potrebbe comportare lo svolgimento della tua attività dall’Italia. Inoltre, ti invitiamo a controllare sul sito del Dipartimento delle Finanze della Repubblica Italiana quali sono le convenzioni per evitare le doppie imposizioni e sul sito dell’Agenzia delle Entrate i dettagli sulla residenza fiscale secondo la legge italiana.Indipendentemente dalla tua situazione fiscale, comunque, al tuo arrivo dovrai regolarizzare la tua residenza. Come cittadino UE, avrai tre mesi di tempo per recarti all'ufficio anagrafico del comune in cui ti sei trasferito e registrarti.

Partita IVA in Italia: cosa devi fare se sei freelance extra UE

Se lavori come freelance, hai la cittadinanza di un paese extraeuropeo e stai considerando di trasferirti in Italia a lavorare, ci sono alcuni documenti di cui ti dovrai occupare prima di partire: 
  • visto di ingresso
  • nulla osta della Questura
  • permesso di soggiorno per lavoro autonomo. 
Dovrai controllare se le convenzioni tra il tuo paese e l’Italia prevedano che tu debba richiedere un visto di ingresso. Per saperlo, ti suggeriamo di consultare la pagina del Ministero degli Affari Esteri.Se è il tuo caso, puoi richiedere il visto di ingresso per lavoro autonomo (che ha una durata di 90 giorni) presso le rappresentanze italiane all’estero, come consolati e ambasciate.Ogni anno, solo un certo numero di cittadini extra UE può entrare in Italia per motivi di lavoro: le quote vengono fissate annualmente da un decreto apposito, conosciuto come Decreto flussi. Per questo, il tuo arrivo è subordinato al nulla osta della Questura. Dovrai richiedere questo documento presso un ufficio della Questura oppure delegare qualcuno a farlo. Al tuo arrivo in Italia, se la tua intenzione è quella di rimanere su territorio per un periodo superiore ai 90 giorni, avrai a disposizione 8 giorni lavorativi per richiedere il permesso di soggiorno per lavoro autonomo. Si tratta di un documento che ti autorizza a soggiornare legalmente in Italia per un lungo periodo e va richiesto all’Ufficio Immigrazione della Questura. Dovrai assicurarti di possedere la documentazione di licenza o autorizzazione per l’attività che intendi svolgere o l’iscrizione alla camera di commercio e si richiede consegnando:
  • il modulo di richiesta
  • il passaporto o un altro documento equivalente in corso di validità
  • il visto di ingresso, se richiesto
  • una fotocopia del documento di identità
  • 4 foto formato tessera, identiche e recenti
  • la documentazione necessaria per il visto per lavoro autonomo. Puoi trovare le informazioni aggiornate sul portale dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS) (in italiano)
  • una marca da bollo da euro 16,00 € da applicare sul modulo compilato
  • 30,00 € per la spedizione della raccomandata a Poste Italiane
  • il versamento di un contributo per il rilascio del permesso di soggiorno, compreso tra 27,50 € e 227,50 €.
Sul permesso sono sempre indicati il motivo e la durata del soggiorno. Oltre a consentirti di lavorare come freelance, questo documento ti permette di:
  • godere di tutti i diritti e servizi riconosciuti agli stranieri
  • risultare iscritto nelle liste anagrafiche e ricevere la carta di identità e il codice fiscale, con cui potrai richiedere l’assistenza sanitaria, aprire un conto corrente, ecc.
In attesa del rilascio del permesso di soggiorno, potrai risiedere legalmente in Italia e, se il tuo visto d’ingresso lo permette, continuare a svolgere la tua attività lavorativa. Il permesso di soggiorno per i lavoratori autonomi non può avere una durata superiore ai due anni.

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Aprire una partita IVA in Italia: come funziona?

Se decidi di trasferire la tua attività e quindi la tua residenza fiscale in Italia, che tu sia cittadino UE o extra UE, dovrai richiedere:
  • un codice fiscale
  • una partita IVA per lavoro autonomo
Il codice fiscale, che equivale alla Social Security Card statunitense o al National Insurance Number del Regno Unito, è un codice alfanumerico di 16 caratteri ed è necessario per: 
  • iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale
  • aprire un'attività in proprio
  • stipulare un contratto (affitto, vendita...)
  • aprire un conto corrente.
Per richiedere il codice fiscale, ti basterà recarti in un Consolato o in un ufficio dell’Agenzia delle Entrate e presentare un documento di identità o passaporto valido. Come accennato nel paragrafo precedente, il codice fiscale viene assegnato automaticamente ai cittadini extra UE che hanno richiesto il permesso di soggiorno. Se per qualsiasi motivo sei un cittadino extra UE sprovvisto di codice fiscale, puoi farne richiesta presentando il tuo permesso di soggiorno. La partita IVA (equivalente al VAT Identification Number) è un codice che identifica ogni cittadino o azienda che ha un’attività economica ed è obbligatoria per avviare qualsiasi impresa in Italia. Per richiedere la partita IVA per lavoro autonomo, dovrai recarti in un ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate con un documento di identità e compilare il modello AA9/8 per le persone fisiche (ditte individuali e lavoratori autonomi). Puoi effettuare la domanda anche per posta, attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate oppure rivolgendoti ad un intermediario, come un commercialista o un Centro di Assistenza Fiscale (CAF) nella tua zona. Per tutti i dettagli, puoi consultare la sezione dedicata sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Quali sono i vantaggi della partita IVA in Italia? 

Esistono vari tipi di regimi fiscali e, a seconda delle tue esigenze, i vantaggi della partita IVA possono essere molteplici, come semplificazioni fiscali e contabili e un livello di tassazione ridotto per alcune categorie. Ti consigliamo di consultare un commercialista per avere una panoramica dei vantaggi e degli svantaggi per la tua situazione lavorativa e per capire se per la tua attività conviene aprire una partita IVA.Aprendo una  partita IVA, sarai tenuto a tenere conto dei movimenti economici della tua attività: in particolare, dovrai registrare le fatture emesse e le fatture ricevute. Inoltre, ogni anno dovrai presentare la dichiarazione dei redditi per le partite IVA. Se hai effettuato la registrazione alla Camera di Commercio, dovrai anche versare il diritto camerale annuale. Per consultare una panoramica su quali tasse deve  pagare un libero professionista, puoi dare un’occhiata al nostro calendario delle scadenze fiscali per le partite IVA. Per qualsiasi dubbio, comunque, ti invitiamo a rivolgerti a uno specialista della contabilità o al centro CAF più vicino a te.

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