Stagflazione: significato e conseguenze
Economia in stagnazione e prezzi in crescita: ecco cos’è lo strano fenomeno chiamato stagflazione. Continua a leggere per scoprirne cause e conseguenze.
4' di lettura
La stagflazione è una fase economica in cui si assiste a una crescita dei prezzi e, allo stesso tempo, a una decrescita o stasi dell’economia. Il termine nasce infatti dall’unione delle parole “stagnazione” e “inflazione”. Questo fenomeno è chiamato anche inflazione recessiva. Non si tratta di una delle classiche fasi del ciclo economico, che alterna momenti di prosperità e crescita ad altri di crisi: è una eventualità rara, ma non impossibile.
Il significato di stagflazione mette in crisi sia le teorie economiche che le politiche monetarie delle banche centrali, le quali hanno difficoltà a uscirne. Infatti, come abbiamo visto nell’articolo dedicato all’inflazione, la crescita dei prezzi solitamente è accompagnata da una crescita degli stipendi, un aumento dell’occupazione e della domanda di beni, e in generale da una fase di espansione economica. Al contrario, durante fasi di recessione o stagnazione, nei quali il PIL diminuisce, si assiste a una speculare diminuzione dei prezzi, chiamata deflazione. Questo calo, però, non avviene con la stagflazione: i prezzi aumentano, mentre l’economia ristagna. Com’è possibile?
Dopo aver scoperto cos’è la stagflazione, ti starai chiedendo quali siano le origini di questa particolare fase economica. La natura paradossale della stagflazione è in contraddizione con molte teorie, come quella della scuola keynesiana ad esempio, che lega la crescita alla domanda, e sembra mettere in dubbio anche la curva di Phillips. Ma quali sono le vere cause della stagflazione? Scopriamolo tramite dei casi concreti in cui si è manifestata.
Un clamoroso caso di stagflazione nella storia è avvenuto in tutto il mondo negli anni 70, in seguito alla cosiddetta crisi petrolifera. I paesi produttori di petrolio, riuniti nell’Opec, chiusero i rubinetti del greggio verso l’Occidente nel 1973. Questa situazione di scarsità delle materie prime energetiche causò contemporaneamente una diminuzione della produzione (stagnazione) e un aumento dei prezzi (inflazione): ecco un vero e proprio esempio di stagflazione.
Le cause della stagflazione sarebbero quindi prevalentemente esogene: brusche, impreviste ed esterne a un sistema. La situazione globale attuale potrebbe aumentare il rischio di una stagflazione: innanzitutto, abbiamo visto l’economia riprendersi dopo la pandemia di COVID-19, che ha portato a un aumento dell’inflazione, e successivamente la guerra in Ucraina ha provocato una crisi del gas e altre materie prime. Questo ha causato l’aumento dei prezzi, ma ha anche bloccato la crescita economica, facendo alzare venti di recessione. In questo senso, la stagflazione è un rischio concreto.
Per questo motivo, la stagflazione comporta un aumento dei prezzi, una stasi della produzione, una diminuzione dei salari, una decrescita dei consumi e un aumento della disoccupazione. In altre parole, la stagflazione ha effetti che mettono in difficoltà le banche centrali e la politica monetaria di queste istituzioni, proprio a causa della sua natura a doppio taglio.
La differenza tra inflazione e stagflazione sta nel fatto che nel primo caso la crescita dei prezzi è accompagnata da una crescita dell’economia. Un tasso di inflazione che non superi il 2% è infatti considerato positivo. Nel caso della stagflazione, invece, l’inflazione è accompagnata da una crisi economica: pertanto, l’aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali per frenare i prezzi in aumento può deprimere ulteriormente l’economia.
Stagflazione e recessione sono due fenomeni che presentano alcune importanti differenze. Durante una fase di recessione si assiste a una generale decrescita dell’economia e tutte le attività calano, compresi i prezzi. Con la stagflazione, invece, la situazione è molto più complicata: l’economia ristagna, ma i prezzi salgono. In questo senso, quando le banche centrali e i governi attuano misure di politica economica per stimolarne la crescita (come la diminuzione dei tassi di interesse, ad esempio) possono facilmente contribuire a far aumentare ancora di più il tasso di inflazione.
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