Mani impegnate a scrivere su una scrivania.

Tassa di successione: che cos’è e come funziona?

Tutto quello che devi sapere sull’imposta sul patrimonio di una persona che viene a mancare e lascia i beni agli eredi.

5' di lettura

La perdita di una persona cara è un evento che porta con sé non solo sconforto e conseguenze emotive per familiari e conoscenti, ma impone anche la gestione di questioni pratiche e burocratiche che richiedono tempo e, in alcuni casi, denaro. Una di queste riguarda l’eredità del deceduto, come la tassa di successione. Di che cosa si tratta e come funziona? Vediamolo insieme.

La dichiarazione di successione e la tassa (o imposta) di successione nel dettaglio

La legge prevede che al momento del decesso si apra la successione, ovvero il trasferimento agli eredi di tutti i rapporti giuridici di carattere patrimoniale (cioè qualsiasi rapporto oggetto di valutazione economica). 

La successione può essere di due tipi:

  • Testamentaria (con testamento)
  • Legittima (senza testamento)

La prima cosa da fare, per gli eredi o i legatari (tutti coloro che vengono menzionati, in quanto beneficiari, in un atto testamentario), è determinare se sia necessario o meno presentare la dichiarazione di successione, cioè dichiarare al sistema fiscale le generalità dei successori e il patrimonio del deceduto, anche detto asse ereditario. Questa dichiarazione consente al Fisco di calcolare le tasse dovute sull’eredità. L’asse ereditario include:

  • Beni immobili come fabbricati e terreni
  • Liquidità come conti correnti, libretti di risparmio o titoli
  • Aziende o società
  • Crediti
  • Beni come denaro, gioielli e mobili (calcolati al 10% del valore globale netto imponibile)

Tuttavia, gli eredi e i legatari non sono obbligati a presentare questa dichiarazione se ricorrono contemporaneamente le seguenti condizioni, ossia se l'eredità:

  • È devoluta al coniuge e ai parenti diretti (ovvero i figli, i nipoti o i genitori) del defunto
  • Ha un valore che non supera i 100.000 €
  • Non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari

Nel caso in cui una di queste condizioni non si verifichi, la dichiarazione di successione va presentata entro 12 mesi dalla scomparsa del contribuente presso l’ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate oppure online, tramite il portale dedicato. In particolare, come riporta l’Agenzia delle Entrate, sono obbligati alla presentazione:

  • I chiamati all’eredità e i legatari, o i loro rappresentanti legali
  • Gli immessi nel possesso temporaneo dei beni dell’assente (nel caso in cui il decesso non sia stata accertato e fino all’accertamento)
  • Gli amministratori dell’eredità e i curatori dell’eredità giacenti
  • Gli esecutori testamentari

Dopo aver dichiarato i beni e i possedimenti del deceduto, coloro che hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione devo anche pagare (se prevista) l’imposta o tassa di successione per poter disporre dei beni.

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Come si calcola e quanto costa la tassa di successione

Per il calcolo della tassa di successione si parte dall’asse ereditario. L’Agenzia delle Entrate calcola l’imposta su una base imponibile che si ottiene dalla differenza tra il valore complessivo dei beni dell’asse ereditario e il totale delle passività ereditarie deducibili e degli altri oneri che possono essere fiscalmente detratti. Per prima cosa, quindi, va quantificata l’eredità totale, ossia la somma del valore di tutte le proprietà del defunto (immobili, diritti reali su beni immobili, titoli, beni mobili, partecipazioni, crediti). Da questo totale vanno sottratte le passività del defunto (eventuali debiti, mutui o spese mediche sostenute per suo conto dagli eredi negli ultimi 6 mesi di vita). Dalla differenza, si ottiene il patrimonio su cui calcolare le imposte.

Nel caso di successione sugli immobili ereditati in piena proprietà, la base imponibile per il calcolo della tassa di successione è costituita dalla loro rendita catastale (rivalutata del 5%) moltiplicata per uno di questi coefficienti:

  • 110 per la prima casa
  • 120 per i fabbricati appartenenti ai gruppi catastali A e C, tranne le categorie A/10 e C/1
  • 140 per i fabbricati appartenenti al gruppo catastale B
  • 60 per i fabbricati delle categorie A/10 (uffici e studi privati) e D
  • 40,80 per i fabbricati delle categorie C/1 (negozi e botteghe) ed E.

Facendo un esempio, per il calcolo della tassa di successione su una prima casa si parte dalla rendita catastale (visualizzabile nella visura catastale), a cui si aggiunge il 5%, dopodiché si moltiplica per il coefficiente di 110. In questo modo, è possibile ottenere il valore catastale sul quale calcolare le imposte di successione. 

Riguardo alle aliquote, vengono applicate le seguenti sul valore complessivo dell’asse ereditario:

  • 4% per il coniuge o i parenti diretti (genitori, figli, nipoti), da applicare sul valore netto che eccede, per ciascun beneficiario, la somma di 1 milione di €
  • 6% per fratelli o sorelle, da applicare sul valore netto che eccede, per ciascun beneficiario, la somma di 100.000 €
  • 6%, per gli altri parenti fino al quarto grado, affini in linea retta e in linea collaterale fino al terzo grado, da applicare sul valore complessivo netto, senza limiti di franchigia
  • 8%, per tutti gli altri soggetti, da applicare sul valore complessivo netto, senza limiti di franchigia

Esiste un’ulteriore franchigia pari ad 1,5 milioni di € per i trasferimenti effettuati in favore di soggetti portatori di handicap.

Quando si paga la tassa di successione

Il pagamento dell’imposta di successione deve essere effettuato entro 60 giorni dalla data in cui è stato notificato l’avviso di liquidazione. Se un erede non paga la tassa di successione in tempo, ovvero dopo il termine di 60 giorni, oltre alle sanzioni, sono previsti anche gli interessi di mora. Per gli importi superiori ai 1.000 €, è anche possibile pagare l’imposta di successione a rate. In questo caso:

  • Almeno il 20% dell’importo deve essere versato entro la scadenza di 60 giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione
  • La parte restante deve essere versata in 8 o 12 rate trimestrali (a seconda dell’importo). Su queste rate gli interessi si calcolano dal primo giorno successivo al pagamento della somma iniziale. Le rate scadono l'ultimo giorno di ciascun trimestre.

Quando si compila la dichiarazione, va indicato il codice IBAN del conto sul quale addebitare le somme dovute e il codice fiscale dell’intestatario del conto corrente, che può essere il dichiarante o il soggetto incaricato della trasmissione telematica della dichiarazione. ll pagamento delle somme dovute va effettuato con addebito sul conto corrente presso una delle banche convenzionate con l’Agenzia delle Entrate o Poste Italiane SPA. 

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