Guida agli acquisti di seconda mano
Dai una seconda vita agli oggetti e risparmia denaro grazie agli acquisti di seconda mano.
6' di lettura
In un’ottica di sostenibilità ed economia circolare, di risparmio e di riciclo delle risorse, acquistare oggetti usati sembra essere la scelta più economica ed ecologica e la tendenza dei consumatori negli ultimi mesi è in linea con questo presupposto. Secondo i dati raccolti a marzo 2021 dell’Osservatorio Second Hand Economy condotto da BVA Doxa per la piattaforma Subito, infatti, nel 2020 più di 23 milioni di italiani hanno venduto o comprato oggetti di seconda mano, per un valore di circa 23 miliardi di euro di fatturato. La ricerca Second Hand Effect 2020, condotta dall'Istituto Svedese di Ricerca Ambientale (IVL) sempre per il portale Subito ha calcolato che nel 2020 gli acquisti di seconda mano effettuati hanno prodotto un risparmio di circa 5,4 milioni di tonnellate di CO2. Cosa spinge sempre più italiani ad effettuare acquisti di seconda mano? E quali sono i vantaggi di comprare oggetti usati? Vediamolo insieme.Vintage è una parola inglese il cui significato deriva dall’antico francese vendenge, “vendemmia”, e infatti in origine è stata utilizzata per indicare i vini di annata, quindi pregiati; per estensione viene utilizzata per descrivere oggetti ricercati, esclusivi e di almeno 15-20 anni di età, soprattutto nel campo della moda. I termini “usato”, “di seconda mano” o l’inglese second-hand si riferiscono invece semplicemente a qualsiasi articolo non nuovo, che quindi viene venduto ad un prezzo ribassato, ma che non è necessariamente ricercato. Il prezzo tra vintage e usato, dunque, può differire anche di molto.Sono soprattutto i millennial (nati tra gli anni ’80 e la prima metà dei ’90) e i Gen Z (dal ’95 al 2010) a guidare il trend di acquisti usati, in particolare online, ma non solo. Sempre più di frequente si diffondono in tutta Italia vintage shop come Humana Vintage o ricompaiono mercatini in cui acquistare, oltre a vestiti, libri e oggetti di seconda mano. Temi come la sostenibilità e l’attenzione all’ambiente, sempre più sentiti, hanno convinto moltissimi giovani a riparare oggetti e ad acquistare prodotti usati, atteggiamento che in passato veniva stigmatizzato: fino a non molto tempo fa, infatti, la scelta di acquistare una poltrona “vintage” o mobili di seconda mano, utilizzati da altri e quindi “sporchi”, veniva considerata una cosa inusuale. Le generazioni Millennial e Gen Z, inoltre, sono statisticamente caratterizzate dal fatto di non disporre di un budget elevato per gli acquisti, il che li rende molto attenti a cercare il giusto equilibrio tra qualità e prezzo, manifestando uno slancio più elevato rispetto alle generazioni precedenti. E un articolo prodotto anni fa, ben prima del concetto di fast fashion (“moda veloce”, ovvero la produzione di capi di abbigliamento alla moda e a basso costo), ha sicuramente una qualità maggiore pur mantenendo un prezzo contenuto. Secondo le stime, nel giro di 15 anni l’acquisto di capi di abbigliamento è aumentato del 50%. L’industria della moda è responsabile di circa il 10% dell’inquinamento globale (classificandosi al secondo posto come causa di inquinamento mondiale), emette più CO2 dell’industria aeronautica e navale messe insieme e causa ogni anno danni irreparabili all’ambiente, dalla produzione al consumo. Per produrre i nostri capi preferiti ogni anno, infatti:Anche nel campo automobilistico l’usato è una scelta sostenibile. Produrre un’auto nuova, infatti, richiede il reperimento, il trasferimento e la lavorazione di materie prime nonché il trasporto del veicolo nel mondo. Per quanto riguarda i motori a combustione, una vettura nuova probabilmente produrrà minori emissioni di CO2 e consumerà meno carburante rispetto ad una vecchia, ma è importante considerare l’impatto che l’acquisto di un nuovo automezzo avrà sulle operazioni di demolizione e smaltimento rispetto all’acquisto di un’auto già in circolazione che non ha ancora terminato il suo ciclo di vita. Nel caso di un’auto elettrica, la produzione avrà un impatto molto più pesante sull’ambiente rispetto a quella di un’auto a combustione, perché le batterie richiedono materiali speciali come il cobalto e il litio. Questi minerali vengono estratti perlopiù nella Repubblica Democratica del Congo e in Cile, aree in cui vengono segnalate violazioni dei diritti umani e sfruttamento del lavoro minorile. L’estrazione del litio, in particolare, richiede enormi quantità di energia e in Cile ha causato l’inquinamento delle falde sotterranee nella zona del Salar de Atacama, un lago salino nel nord del paese, obbligando i pastori ad abbandonare queste terre.Dal punto di vista economico, un’auto nuova è nella maggior parte dei casi un acquisto che si svaluta molto presto: il deprezzamento, infatti, si stabilizza già al 25% dopo un anno dal momento dell’immatricolazione, per raggiungere il 63% dopo quattro anni e il 71% dopo cinque anni, fino a circa 3.000 € annui. Acquistare un’auto usata è quindi una buona scelta ambientale e un modo per ottenere un’auto di ottimo livello ad un prezzo accessibile. Dove trovare l’auto giusta? Anche online: portali come Quattroruote o Automobile pubblicano annunci di usato in tutta Italia.Puoi fare a meno delle quattro ruote? Acquista una bici di seconda mano! Portali online come Tuvalum ti offrono varie opzioni di usato garantito per tutte le tue esigenze.Acquistare usato significa non solo offrire una seconda opportunità ad oggetti che non hanno ancora completato il proprio ciclo di vita, ma anche evitare inutili emissioni di CO2 nell’ambiente per mantenere uno stile di vita sostenibile e per combattere gli sprechi, salvaguardando anche il portafoglio. E se vuoi combattere gli sprechi anche sul tuo conto corrente, N26 è la banca 100% digitale che ti permette di tenere sotto controllo le tue finanze in modo comodo e veloce dallo smartphone, senza costi o commissioni nascoste: nessuna filiale, nessuna scartoffia da compilare, puoi aprire un conto in pochi minuti semplicemente dal tuo telefono. Cosa aspetti? Vieni a scoprire i nostri conti!
Vintage, usato e seconda mano: una tendenza in crescita
Evita l’impatto ambientale della moda: acquista abbigliamento di seconda mano
- si consumano circa 1.500 litri d’acqua
- viene prodotto un inquinamento idrico industriale che rappresenta circa il 20% del totale mondiale
- vanno a finire nella rete idrica circa 200 mila tonnellate all’anno di microplastiche, derivate dal lavaggio dei capi sintetici
- quasi il 70% dei capi prodotti finisce in discarica o negli inceneritori in tempi brevi, per circa 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili.
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