Nuovo anno, nuove riforme: per il 2022, il Governo Draghi ha espresso il proprio intento di rivedere il sistema pensionistico attuale. Gli eventi, tuttavia, in particolare la guerra tra Russia e Ucraina che ha causato l’aumento del prezzo delle materie prime, potrebbero far sì che il DEF (Documento di Economia e Finanze) non includa una riforma sostanziale ma semplici migliorie alle misure attualmente in vigore, in modo da non incorrere in forti scostamenti di bilancio. Se è vero che i sindacati mirano a una riforma strutturale di ampia portata che possa consentire a tutti di andare in pensione con largo anticipo, sembra anche probabile che ciò non accadrà a breve termine. In questo clima di incertezza, abbiamo raccolto le maggiori informazioni disponibili al momento sulle misure incluse nella riforma delle pensioni, dalle riconferme ai cambiamenti. Vediamoli insieme.Con la Direttiva n.28 del 2022 per l’azione amministrativa e la gestione, con cui il ministero del Lavoro fissa i passaggi per la programmazione strategica e operativa per l’anno in corso, viene dichiarato che dovrà essere attuato “attraverso il dialogo e il confronto con le parti sociali” un intervento sul sistema pensionistico tale da “garantire un sistema equo e flessibile nell’uscita dal mercato del lavoro”. L’intento sembra essere quello di creare un sistema che punti sulla flessibilità, permettendo a determinate categorie (come quella dei lavori gravosi) di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. Per altri, invece, potrebbe essere possibile accedere alla pensione anticipata ma con una penalizzazione, cioè con una percentuale di riduzione per ogni anno di anticipo rispetto all’età pensionabile. Questo nuovo sistema pensionistico dovrebbe partire dal 1 gennaio 2023. La direttiva prevede che a capo della riforma ci sia la Direzione generale per le politiche previdenziali e assicurative, che terrà conto sia delle esigenze del governo relative al bilancio, sia di quelle dei sindacati e, dunque, dei lavoratori. Come dicevamo, però, dato l’aumento dei costi di carburante, luce e gas, che ha rallentato l’iter burocratico, al momento non sono previsti cambiamenti sostanziali. In poche parole il sistema attuale, quello delineato con la legge Fornero che prevede una pensione di vecchiaia a 67 anni o anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (12 mesi in meno per le donne), non verrà modificato. Almeno per ora. Tra le novità previste per il 2022 ci sono comunque la riconferma del regime sperimentale Opzione Donna e dell’indennità APE sociale fino al 31 dicembre 2022 e l’introduzione della Quota 102 per tutto l’anno in corso.La riforma delle pensioni, al momento, non sembra invece includere l’estensione a tutti i lavoratori della Quota 41, la misura di uscita anticipata per i lavoratori precoci che hanno iniziato a pagare i contributi almeno 12 mesi prima del compimento del diciannovesimo anno di età.I regimi sperimentali Opzione Donna e APE sociale sono stati riconfermati per il 2022. Ma cosa sono? Opzione donna è un regime che consente alle lavoratrici di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro di alcuni anni rispetto alle regole ordinarie. Viene erogato dall’INPS ed è una misura sperimentale, quindi non strutturale, approvata in via straordinaria.Per accedere al trattamento pensionistico, è necessario avere maturato 35 anni di contributi entro il 1 dicembre 2021. Per quanto riguarda i requisiti anagrafici, possono usufruirne:- Le lavoratrici dipendenti con almeno 58 anni di età. Per loro è prevista una finestra temporale di 12 mesi per ottenere il trattamento pensionistico.
- Le lavoratrici autonome con almeno 59 anni di età. Questa categoria otterrà il trattamento pensionistico a 18 mesi dalla domanda.
Il calcolo dell’assegno viene effettuato con il sistema contributivo e prevede una penalizzazione che va in media dal 25% al 35% dell’importo della pensione. APE sociale (Anticipo Pensionistico) è un’indennità che offre la possibilità a chi ha 63 anni di andare in pensione anticipatamente rispetto alle condizioni imposte dalla legge Fornero. Viene erogata dall’INPS e corrisposta fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione, con un importo pari alla pensione certificata al momento della richiesta (ma non superiore ai 1.500 €). Per ottenere questa indennità sono necessari alcuni requisiti, trovi maggiori informazioni nella pagina dedicata sul portale INPS.Secondo gli esperti del Ministero del Lavoro, in futuro Opzione Donna potrebbe essere assorbita in Ape Sociale: l’età pensionabile arriverebbe così a 63 anni con 30 anni di contributi, il che significherebbe più soldi in pensione e tempi di attesa minori. Puoi trovare maggiori informazioni sulla pagina dedicata dell’INPS.
Quota 100, la misura che ha permesso a più di 300.000 lavoratori di uscire con largo anticipo dal mondo del lavoro nel triennio 2019-2021, non esiste più dal 31 dicembre 2021. Per coloro che non sono riusciti ad accedere alla Quota 100 entro questa scadenza per mancato raggiungimento del requisito contributivo (38 anni), ovvero circa 10.000 lavoratori, la Legge di Bilancio 2022 ha previsto la Quota 102. La Quota 102 si rivolge a coloro che entro il 31 dicembre 2022 abbiano compiuto 64 anni di età e abbiano raggiunto almeno 38 anni di anzianità contributiva. La data del 31 dicembre 2022 è valida per l’ottenimento dei requisiti: questo significa che un lavoratore può accedere a Quota 102 anche dopo questa data, se ha raggiunto i requisiti entro la scadenza.Conto corrente N26
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