distributore di benzina in un paesaggio di montagne.

Cosa sono le accise: significato e funzionamento

In un periodo caratterizzato da un aumento generale dei prezzi, abbiamo sentito parlare spesso di accise. In questa guida ti spiegheremo cosa sono le accise, con un focus sul taglio accise benzina.

6' di lettura

Se ti stai chiedendo cosa sono le accise e qual è il loro funzionamento specifico, sei nel posto giusto. Le accise sono elementi che spesso non vengono notati dal consumatore, ma che possono avere un forte impatto sul prezzo finale di un prodotto.

Un esempio importante è rappresentato dalle accise sulla benzina, che nel corso degli anni sono aumentate sempre di più per consentire allo Stato di ottenere delle entrate immediate e far fronte a periodi difficili, nonostante questa decisione possa generare numerosi pareri discordanti al riguardo.

In questo articolo ti forniremo una spiegazione generale sulle accise sulla benzina, su come funzionano e su quali sono i loro effetti sul prezzo finale del prodotto.

Per prima cosa, iniziamo con la definizione di accise, che ci aiuterà a comprenderne la logica e il significato. 

Accise: cosa sono e come funzionano

Per capire cosa sono le accise bisogna conoscere il significato del termine “imposta”. Per definizione, l’imposta è la “quota della ricchezza o del reddito che lo stato o gli enti pubblici prelevano coattivamente per procurarsi i mezzi necessari alla produzione dei servizi di comune utilità”.

In poche parole, lo Stato impone una sorta di commissione su un prodotto, e con le entrate prodotte da queste commissioni eroga dei servizi utili a tutta la popolazione. A differenza dell’IVA, però, le accise vengono applicate solo su determinate tipologie di prodotti e non sono calcolate in termini percentuali, ma secondo un ammontare preciso.

Il vantaggio delle accise per lo Stato è la possibilità di ottenere delle entrate dirette e costanti, in modo da poter erogare correttamente i servizi per la comunità. Inoltre, le accise sono applicabili già dall’immissione del prodotto in commercio, e vengono quindi incassate in maniera abbastanza immediata. 

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Su quali prodotti si applicano le accise?

Adesso che sappiamo cosa sono le accise e come funzionano per gli incassi dello Stato, cerchiamo di fare un breve elenco dei prodotti sui quali si applicano:

  • Tabacchi lavorati, come le sigarette e il tabacco trinciato
  • Fiammiferi
  • Luce ed energia elettrica
  • Oli lubrificanti
  • Bevande alcoliche, come i liquori, la birra, il vino, ecc.
  • Oli minerali e derivati, come il gasolio, il metano, il gpl e la benzina

Tra i prodotti elencati, ciò che ha il maggiore impatto sui cittadini sono le accise sulla benzina, sul gasolio e sulle altre tipologie di carburante, dato che rappresentano dei beni di prima necessità se messi a confronto con il tabacco, i fiammiferi o gli alcolici. 

D’altronde, la maggior parte delle persone utilizza l’automobile per muoversi, che sia per svago o per motivi di lavoro. In questo senso, il carburante viene utilizzato praticamente da chiunque, soprattutto se consideriamo che anche molti mezzi pubblici necessitano della benzina per circolare. 

La domanda quindi sorge spontanea: perché si parla di taglio accise? Cosa significa taglio accise sulla benzina? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Cosa sono le accise sulla benzina

Avrai sicuramente intuito cosa sono le accise sulla benzina, ma è interessante sapere come queste siano aumentate sempre di più con il passare del tempo, a causa di avvenimenti storici che hanno costretto lo Stato a incrementare i prezzi.

Ogni volta che acquistiamo del carburante per il nostro veicolo, infatti, stiamo pagando un prodotto composto da: prezzo netto del carburante + accise + IVA del 22%.

In particolare, l’IVA è calcolata sul prezzo netto e sulle accise. Di seguito le voci delle singole accise che ogni cittadino paga per ogni litro di benzina:

  • Finanziamento guerra d’Etiopia (1935-1936): 0,000981 €
  • Finanziamento crisi di Suez (1956): 0,00723 €
  • Ricostruzione disastro del Vajont (1963): 0,00516 €
  • Ricostruzione alluvione di Firenze (1966): 0,00516 €
  • Ricostruzione causa terremoto del Belice (1968): 0,00516 €
  • Ricostruzione causa terremoto del Friuli (1976): 0,0511 €
  • Ricostruzione causa terremoto dell’Irpinia (1980): 0,0387 €
  • Finanziamento causa guerra del Libano (1983): 0,106 €
  • Finanziamento causa missione in Bosnia (1996): 0,0114 €
  • Rinnovo contratto autoferrotranvieri (2004): 0,02 €
  • Finanziamento acquisto autobus ecologici (2005): 0,005 €
  • Terremoto dell’Aquila (2009): 0,0051 €
  • Finanziamento alla cultura (2011): 0,0071-0,0055 €
  • Emergenza immigrati causa crisi libica (2011): 0,04 €
  • Alluvione Liguria e Toscana (2011): 0,0089 €
  • Decreto “Salva Italia” (2011): 0,082 €
  • Terremoto Emilia Romagna (2012): 0,02 €
  • Bonus gestori (2014): 0,005 €
  • Decreto fare (2014): 0,0024 €

In poche parole, su un prezzo del carburante di circa 1,60-2,00 €/litro, le accise ammontano a circa 0,50 €. Per questo motivo, visto il forte impatto sul prezzo finale del carburante, vengono spesso proposte delle soluzioni di taglio accise sulla benzina in modo da agevolare il singolo consumatore, con l’obiettivo di cercare di ridurre il costo complessivo di un auto

Taglio accise benzina: cosa è cambiato dal 1° Gennaio 2023

Con il nuovo governo Meloni, ultimamente si è parlato molto di taglio accise su benzina e carburanti.

La misura del taglio accise, infatti, era stata introdotta dal governo Draghi, e prevedeva uno sconto pari a 0,30 € sul costo finale del carburante. Questa misura era stata presa in seguito all’aumento repentino del prezzo del petrolio dovuto alla guerra tra Russia e Ucraina.

Con la nascita del nuovo governo, lo sconto era poi stato ridotto a 0,18 €, alimentando diverse lamentele tra i consumatori. Dal 1° Gennaio 2023, però, il taglio accise su benzina e carburanti è stato completamente rimosso, suscitando l’ira di tutti coloro che utilizzano i trasporti su gomma per spostarsi quotidianamente.

Il termine di questa scontistica, secondo le stime, porterà a un incremento del costo dei trasporti di circa 5,2 miliardi nel solo anno 2023, facendo aumentare anche il livello di inflazione dello 0,4% circa. 

Tuttavia, il prezzo finale del carburante non dovrebbe aumentare in maniera spropositata come accaduto negli ultimi tempi, dato che il prezzo del petrolio è diminuito, compensando quindi la fine del taglio accise sulla benzina.

Inoltre, questa decisione è stata presa in seguito a considerazioni relative al costo del taglio accise per il governo, che ha portato a una spesa di circa 7 miliardi nel solo periodo compreso tra marzo 2022 e novembre 2022.

Secondo le dichiarazioni del nuovo governo, infatti, si preferisce utilizzare i fondi a disposizione per altri provvedimenti più importanti. 

Tuttavia, la situazione continua a essere caratterizzata da una forte inflazione, che per alcuni potrebbe tramutarsi persino in stagflazione, considerando i continui aumenti dei prezzi e la staticità della produzione e degli stipendi. 

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