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Taglio Irpef 2022: ecco come funziona

Tutto quello che c'è da sapere sulla riforma fiscale che diminuisce la pressione contributiva sui lavoratori nel 2022.

4' di lettura

Per il nuovo anno, gli italiani potranno beneficiare di una riduzione della pressione fiscale. La Legge di Bilancio del governo Draghi, infatti, ha previsto un abbassamento dell’Irpef (l’imposta progressiva sul reddito dei lavoratori) e l’aggiornamento delle aliquote fiscali. Questa riforma, che interessa circa 28 milioni di contribuenti, consente un risparmio graduale a seconda degli scaglioni di reddito, per una media di 264 € all’anno di risparmio per contribuente. Abbiamo preparato una selezione delle informazioni essenziali per capire meglio questa importante riforma del fisco.

Cosa prevede la riforma sul taglio dell’Irpef del governo Draghi?

La riforma Bilancio comprende:

  • la riduzione degli scaglioni Irpef
  • lo sconto sui contributi per i redditi bassi
  • l’innalzamento della “no tax area”

Le aliquote Irpef di oggi e domani

Al momento esistono 5 aliquote Irpef che prevedono un aumento graduale dell’imposta in corrispondenza del crescere del reddito, secondo gli scaglioni seguenti:

  • 23% per i redditi fino a 15.000 €
  • 27% per i redditi da 15.001 fino a 28.000 €
  • 38% per redditi da 28.001 a 55.000 €
  • 41% per redditi da 55.001 a 75.000 €
  • 43% per redditi superiori ai 75.001 €

La natura graduale delle aliquote non cambia con la riforma entrata in vigore. Avviene però un taglio delle aliquote Irpef e degli scaglioni, che si trasformano così:

  • 23% per i redditi fino a 15.000 € (invariata)
  • 25% per i redditi fino a 28.000 € 
  • 35% per i redditi fino a 50.000 € 
  • 43% per i redditi superiori a 50.000 €

Con la manovra, l’Irpef ha subito dunque una riduzione in termini di numero di scaglioni e di percentuale, soprattutto per il secondo e terzo scaglione (di 2 e 3 punti rispettivamente). E’ stato, inoltre, eliminato l’ultimo scaglione relativo ai redditi superiori ai 75.000 €, che è stato accorpato al quarto. Il taglio dell’Irpef interessa lavoratori autonomi, dipendenti e pensionati. Inoltre, l'Irap (l’Imposta regionale sulle attività produttive) per gli autonomi e i professionisti con partita Iva è stata abolita.

Il taglio dell’Irpef e le detrazioni sui contributi per i redditi più bassi

Parte della manovra prevede, inoltre, lo stanziamento una tantum di 1,5 miliardi di € per diminuire la pressione contributiva sulle buste paga di coloro che possiedono un reddito inferiore a 35.000 € offrendo, “in via eccezionale, per i periodi di paga dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022”, uno sconto pari a 0,8 punti per i redditi fino a 35.000 € annui. Le prime simulazioni mostrano che il vantaggio equivale, per chi ha 35.000 € di reddito, a 192 € annui, ovvero a 16 € netti al mese. A quota 25.000 € di imponibile, invece, il risparmio netto sarebbe di 155 €, pari a 13 € mensili.

Taglio Irpef per dipendenti, autonomi e pensioni: innalzamento della “No tax area”

Il termine "No tax area" fa riferimento alla soglia di reddito entro la quale l’imposta dovuta è pari a zero e varia a seconda delle diverse categorie di contribuenti. Questo significa che, al di sotto di questa soglia, i redditi non sono sottoposti a pagamento dell’Irpef. Nel caso dei lavoratori dipendenti il valore era precedentemente pari a circa 8.145 €, a 8.130 € per i pensionati e a 4.800 € per i lavoratori autonomi. 

La nuova no tax area ha ora questa forma:

  • per i lavoratori dipendenti: 8.174 €
  • per i pensionati: 8.500 €
  • per i lavoratori autonomi: 5.550 €

Nelle intenzioni del governo, si prevede un guadagno per tutte le categorie, in particolare per i lavoratori autonomi, che potranno beneficiare di un aumento di 700 € della soglia di reddito tassabile.

Taglio Irpef: le critiche

C’è chi fa notare che la riforma non vada a vantaggio di una riduzione equa della pressione fiscale sui diversi scaglioni di reddito. Dalle simulazioni effettuate prima dell'entrata in vigore della legge dall’Ufficio parlamentare di Bilancio, infatti, è emerso che su circa un terzo della popolazione la riforma non sortirà alcun effetto evidente. Il taglio, inoltre, non avviene in modo omogeneo: le fasce di reddito tra i 35.000 e i 50.000 € annui sono quelle che ne beneficeranno di più, mentre per i redditi più bassi il risparmio sarà molto esiguo. Ad esempio, una figura dirigenziale può beneficiare di una riduzione media di imposta di circa 368 €, ovvero più del doppio rispetto ad un operaio, che gode di un taglio dell’Irpef in busta paga di circa 162 €. Per gli impiegati, invece, il risparmio può arrivare a 266 €. Una grande differenza in termini di valore economico.

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